23 Dicembre 2022

Storia di P. Bernhard A. Eckerstorfer, O.S.B.

Alla vigilia della III Domenica di Avvento, il Cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha consacrato il nostro Fratello Anselm Demattio al diaconato. Dom Anselm sta attualmente svolgendo gli studi di dottorato in liturgia presso il Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo. L’ordinazione ha avuto quindi luogo nella Basilica sull’Aventino di Roma, alla presenza dell’Abate Primate Gregory Polan, della madre del nuovo diacono, e dell’Abate Ambros con alcuni confratelli di Kremsmünster.

Nella sua omelia, il Cardinale, originario della Svizzera, ha descritto San Giuseppe, al centro della quarta Domenica di Avvento, come “archetipo del ministro ecclesiastico”: “Come Giuseppe, anche il ministro nella Chiesa è un guardiano del mistero di Dio, un guardiano e un custode del santuario che si trova nella mangiatoia”. Così, “la figura di San Giuseppe può aiutarci a capire anche che cos’è un diacono, servizio al quale oggi viene ordinato il nostro Fratello Anselm. Il Vangelo ci mostra che Giuseppe ascolta con grande attenzione la voce dell’angelo del Signore, che lo illumina su ciò che Dio si aspetta da lui… A questa persona, che ascolta la parola di Dio, collabora alla sua opera di salvezza e diventa così una benedizione per gli altri, è ordinato anche e soprattutto il diacono”.

Il posto specifico del diacono nella liturgia della Chiesa è la proclamazione del Vangelo, ha detto il cardinale Koch nella sua omelia, pronunciata in italiano. “Non si tratta di un’assegnazione casuale e puramente esteriore di ruoli, nel senso superficiale che nel culto tutti hanno qualcosa da fare. Piuttosto, questo posto rende visibile ciò che costituisce il centro di ogni missione assunta con l’ordinazione diaconale: il diacono è chiamato a essere un evangelizzatore e a servire come tale”. Così, ha detto, il diacono è “totalmente al servizio della caritas e della misericordia, portando l’amore di Cristo nelle situazioni di bisogno e di sofferenza del nostro mondo”. Deve, ha detto, “vivere l’amore come Gesù lo ha dato nella carne, al servizio dei deboli, dei poveri e dei sofferenti”.

Il cardinale Koch ha sottolineato che il diacono scrive nel libro della Chiesa “che la fede e la vita, il servizio a Dio e il servizio all’uomo sono indissolubilmente legati”. Con i doni eucaristici, ha detto, il diacono mette sull’altare anche le preoccupazioni delle persone e i bisogni del mondo di oggi. “E trasformato e rafforzato dalla presenza eucaristica di Gesù Cristo, le porta dall’altare eucaristico all’amore per la gente”. In questo senso, il Cardinale Koch ha descritto il diacono come un costruttore di ponti (pontifex) tra la fede e la vita quotidiana. Dal ministero liturgico, ha detto, è chiaro che “il diacono non può essere semplicemente un assistente sociale ordinato”.

Il Cardinale della Curia ha concluso la sua omelia facendo riferimento alla fondamentale dimensione diaconale del ministero ecclesiale, che può dispiegarsi anche nell’habitat benedettino del candidato all’ordinazione. Il diaconato non è semplicemente una fase di passaggio al sacerdozio, “ma il contenuto permanente del sacerdozio stesso”. Con parole chiare, il Cardinale Kurt Koch ha continuato: “Perché un sacerdote che cessasse di essere diacono cesserebbe anche di svolgere il suo ministero sacerdotale secondo la sua ordinazione. Un vescovo che non rimanesse diacono non sarebbe più un vescovo cattolico. Anche un papa che non fosse diacono non sarebbe più un vero papa. Il diacono ordinato ricorda a tutta la Chiesa che il diaconato è una dimensione di ogni ministero ordinato, e lo è perché il Signore stesso si è fatto diacono, e come diacono ci incontra e si dona continuamente a noi nella Santa Eucaristia”. Per il nuovo diacono, la missione diaconale condurrà, soprattutto, anche nel “centro del cuore della sua comunità monastica”. Così, Dom Anselm dovrà, come diacono, “approfondire nuovamente e completamente il mistero dei suoi voti monastici e della vita monastica, e rappresentare Gesù Cristo come arcidiacono nella comunità monastica”.

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La comunità del Collegio di Sant’Anselmo desidera estendere la sua gratitudine al Cardinale Koch per il suo “servizio di caritas” alla nostra comunità nella nostra gioiosa celebrazione. Assicuriamo inoltre a Dom Anselm le nostre continue preghiere e il nostro sostegno durante il suo cammino di fedele servizio alla Chiesa.

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